Per chi se lo chiedesse, sì, è ovvio che ho fegato da vendere.
Quando però la Salani Editore festeggia i suoi 150 anni invitando gratuitamente a riprogettare le copertine di alcuni dei suoi più celebri titoli... be', un pensiero è d'obbligo.
La posta in palio è l'esposizione delle tavole vincitrici alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna, e i titoli tra cui scegliere sono molto interessanti. Quelli che mi attirano di più: Pippi Calzelunghe di Astrid Lindgren, Matilde di Roald Dahl, il dissacrante Chi me l'ha fatta in testa? di Holzwarth ed Erlbruch e, soprattutto, Harry Potter e la Pietra Filosofale di J. K. Rowling.
Personalmente all'elenco avrei aggiunto La bussola d'oro di Philip Pullman... e allora davvero non avrei saputo quale scegliere.
Quando ho letto il primo volume di Harry Potter, tredici anni fa, non era ancora iniziata la "pottermania". Mi era stato consigliato dalla mia art director di allora, e proprio il buon vecchio passaparola decretò il successo di questo libro. L'edizione che possiedo ha una vecchia traduzione, che aveva trasformato la Casa di Corvonero (la mia preferita) in Pecoranera.
Leggere questo gioiellino è stata una piccola rivelazione: nelle storie di Harry Potter si fondono perfettamente l'immaginario fantastico più classico con la sua rielaborazione moderna, il romanzo di formazione con quello umoristico, particolarmente evidente nei primi tre volumi, che regalano momenti esilaranti.
I temi e lo stile della scrittura crescono con il protagonista, passando dal senso di meraviglia del primo libro, in cui - come in ogni fiaba che si rispetti - sono chiaramente schierati i buoni e i cattivi, al sofferto fantasy dell'ultimo libro, dove tutto, fuorché il Male incarnato da Voldemort, viene messo in discussione. Lo stesso Harry passa dall'essere un bambino quietamente coraggioso a un adolescente credibile anche nel suo essere insopportabile, fino a crescere in un ragazzo cupo e determinato (e, almeno per me, meno interessante).
Penso alla copertina del libro e, come spesso accade, le mie prime idee riguardano o personaggi di spalle, oppure ombre. Opto per queste ultime e divido il foglio in modo da distribuire gli spazi: lì il titolo, qua il logo della casa editrice, qui Harry, là la sua ombra.
Lo sfondo vorrebbe rendere l'idea di una pergamena; rendo irregolare la stesura del colore con grani di sale grosso e, già che lo avevo sotto mano, anche qualche goccia del caffè d'orzo che stavo bevendo.
Dal momento della scansione in poi, come mio solito, rompo le scatole a chiunque mi capiti a tiro: Lorenzo mi fa la scansione, che però dal mio computer vedo falsata, quindi chissà se aggiustandola non l'ho invece rovinata? Ovviamente sarà per questo motivo che non verrò selezionata, certo.
Chiedo riscontri tecnici a Rosanna e Gaia (che ha creato una bellissima copertina per Pippi Calzelunghe), pareri grafici ad Arianna e soprattutto alla pazientissima Adriana...
Insomma, la copertina è pronta e spedita, come va va, non importa. Erano tredici anni che volevo illustrare Harry Potter... il traguardo è averne fatto almeno una tavola.
Bellissimo! Brava! Mi piace moltissimo!
RispondiEliminaMi piace: ha proprio l'aspetto di una copertina!
RispondiEliminaBrava Simona!
RispondiEliminaGrazie a tutti, davvero! :)
RispondiEliminaTe l'ho già detto che funziona, vero? :D E brava la pupazza in seconda! Go Simo, Go!
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