Qualche tempo fa, mi ha fatto piacere ricevere l’invito dell’associazione “Un ponte per Anne Frank” a partecipare all'iniziativa “Buon compleanno, Anne!”. Non conoscevo quest’associazione di Livorno ma, visitando il sito, è facile apprezzarne l'impegno nel preservare la memoria storica dell’Olocausto, rivolgendosi in particolare alle scuole.
Il 12 giugno sarebbe stato il compleanno di Anna Frank, una ragazzina come tante, vivace e intelligente, che per i suoi tredici anni ricevette in dono un diario, rilegato in stoffa tartan bianca e rossa. Scrivendo su quelle pagine, Anne si rivolse a un’amica immaginaria di nome Kitty, credendo che i suoi sfoghi e i suoi pensieri non sarebbero mai stati letti da nessuno.
Per resistere alla tristezza, ho dipinto con Pane e tulipani in sottofondo. |
La storia è nota: a seguito delle leggi razziali e, soprattutto, della convocazione della sorella sedicenne Margot in un campo di lavoro, la famiglia Frank si nascose nel rifugio che il padre Otto stava preparando da tempo, nascosto nei locali della ditta che dirigeva. I Frank divisero l’angusto appartamento con la famiglia van Pels e poi con il dottor Pfeffer, sostenuti materialmente e psicologicamente da alcuni impiegati del signor Frank.
Durante i due anni di clandestinità, Anna venne a sapere che, a guerra finita, i diari e le lettere dei privati cittadini sarebbero stati pubblicati per testimoniare le sofferenze della popolazione sotto l’occupazione nazista. Per la prima volta, la ragazza vide nel suo diario non solo un conforto personale, ma la possibilità di condividere la sua esperienza, così iniziò a correggerlo in una forma più appropriata, nascondendo i nomi degli abitanti del rifugio sotto degli pseudonimi.
Come si sa, qualcuno denunciò alla Gestapo gli ebrei nascosti; solo Otto Frank tornò dal lager, scoprendo che le sue figlie erano state trasferite da Auschwitz a Bergen-Belsen, dov'erano morte di tifo poco prima della fine della guerra. Il diario di Anna, salvato da una delle impiegate, fu restituito a Otto che lo fece pubblicare. Ancora oggi viene letto nelle scuole, dai coetanei di Anna.
Finestra coperta, prima dello strato di grigio. |
Per chi guarda un'illustrazione conta - giustamente - il risultato finale; al limite, anche il processo di lavorazione. Per chi la esegue, invece, la parte più lunga ed emotivamente impegnativa è la ricerca. Sono passati decenni da quando ho letto a scuola il Diario di Anna Frank; tornare a occuparmene, saltare di link in link alla (ri)scoperta delle vicende degli inquilini del rifugio e dei loro amici, ha reso questa tavola un momento prezioso e doloroso.
Ho scelto di non disegnare il ritratto di questa giovane scrittrice, bensì il soffocante rifugio segreto e il minimo panorama che, con molta cautela, Anna poteva sbirciare dalla finestra della soffitta; in particolare, un albero di ippocastano. Per rendere meglio il contrasto tra il buio della soffitta e la luce del mondo esterno, ho schermato la finestra in cui appare l’albero con dello scotch di carta, prima di inondare il resto della tavola di uno strato non troppo omogeno di grigio.
All’iniziativa “Buon compleanno, Anne!” hanno partecipato persone di paesi, età e competenze diverse, ognuna con un personale omaggio a questa ragazza sensibile e profonda. Quelli che preferisco sono i contribuiti della ricamatrice Francesca Allegro e della truccatrice Tal Peleg che, secondo il suo stile, ha ritratto Anne sulla propria palpebra.
Voi che ricordi avete del Diario di Anna Frank? C’è un passaggio o un personaggio che vi hanno colpiti in particolare? Se vi va, scrivetemelo nei commenti. Io ho scelto questa frase:
Non penso a tutta la miseria, ma alla bellezza che rimane ancora.
Nessun commento:
Posta un commento