Bentornati alla festa!
Nel post precedente, ho raccontato com'è nata questa riflessione sui balli nei romanzi di Jane Austen, su come le grandi aspettative delle sue eroine, rispetto a questi eventi sociali, vengano per lo più sonoramente deluse. Dopo Orgoglio e Pregiudizio e Ragione e Sentimento, le sue opere più famose, andiamo a scoprire cosa succede, tra un passo e un inchino, negli altri romanzi.
Emma, 1996 |
Personalmente, reputo un gioiello di regia ciò che accade al ballo pubblico descritto in Emma. Qui, i legami tra i diversi personaggi s’intrecciano, come le figure di una danza. Abbiamo Emma che, mentre balla e si diverte, nota la sua amica Harriet che siede da sola; l’antipatico Mr. Elton, con cui Emma voleva accasarla, che, invitato a danzare con Harriet, la rifiuta con una scusa, umiliandola pubblicamente; il meraviglioso Mr. Knightley, dall’alto della sua posizione sociale, ripara al torto invitando Harriet e di conseguenza umiliando Mr. Elton, e per questo gesto viene poi ricompensato dall’amata Emma con il successivo giro di danza. Insomma, nel tempo di un ballo, si racconta un’intera vicenda e si riassume la natura dei quattro diversi personaggi.
Persuasione, 1996 |
Possono essere significativi anche i non-balli, come quello a cui non partecipa Anne Elliot, in Persuasione. Anne ha quasi ventisette anni, per l’epoca ormai è una zitella. Per cui, quando viene improvvisato un ballo in famiglia, lei si limita a sedere al piano per suonare e permettere agli altri di danzare, il che sottolinea che è fuori dai giochi, mentre l'amato Capitano Wentworth può ancora folleggiare.
Mansfield Park, 1999 |
Insomma, non esistono balli da sogno, nei romanzi di Jane Austen?
Per fortuna sì: oltre a Emma, c'è Mansfield Park. La
Northanger Abbey, 2007 |
Infine, ci sono i tanti balli descritti nell’Abbazia di Northanger. Quando Catherine - la giovane protagonista dalla fervida immaginazione, che divora romanzi gotici - arriva a Bath dalla campagna, immagina di debuttare come un’eroina da romanzo. Ma la Austen ha iniziato la sua storia descrivendola quanto di più lontana da un’eroina quindi, coerentemente, le fa vivere un primo ballo desolante, in una sala troppo affollata nella quale non viene né notata, né tantomeno invitata da nessuno. Poco romantico, ma molto realistico. Per fortuna, Catherine si rifarà la volta successiva, conoscendo e ballando con Mr. Tilney. Ecco finalmente un ballo in cui tutto va come ci si aspetta, e senza drammi!
Nei balli successivi, Catherine dovrà sopportare o nascondersi dalle attenzioni fastidiose di Mr. Thorpe, il cafone della storia, e noterà i comportamenti scorretti della sua amica Isabella, ma potrà vantare il primato di unica eroina austeniana ad aver vissuto un paio di balli perfetti. In uno di questi, la Austen descrive l’importanza del momento attraverso l’ironia beffarda di Mr. Tilney:
«Io considero la contraddanza come un simbolo del matrimonio.
Fedeltà e compiacenza sono i principali doveri di entrambi [...]
In entrambi i casi, l'uomo ha il vantaggio della scelta, la donna solo
il potere di rifiutare; in entrambi i casi, c'è un impegno tra uomo e donna,
preso a vantaggio di entrambi; e una volta accettato, essi appartengono l'uno all'altra
fino al momento dello scioglimento; è loro dovere fare tutto il possibile affinché
l’altro non abbia motivo di desiderare di impegnarsi altrove, ed è di primario interesse
evitare che la loro immaginazione corra verso le perfezioni dei vicini,
o fantasticare che sarebbero stati meglio con qualcun altro. [...]
Nel matrimonio, l'uomo ha l'incarico di provvedere al sostentamento della donna,
la donna di
rendere la casa piacevole all'uomo; lui deve fornire, e lei sorridere.
Ma nel ballo, i loro doveri sono esattamente opposti; la piacevolezza e la remissività,
spettano a lui, mentre lei fornisce il ventaglio e l'acqua di lavanda.»
Grazie per questo ballo!
Grazie per questo ballo!
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